Presentazione

...una Scuola verso il Futuro!!!

ll Nostro Circolo è costituito da 6 plessi di Scuola Primaria e 6 Plessi di Scuola dell’Infanzia dislocati nei comuni di Città di Castello e Monte Santa Maria Tiberina nel nord dell’Umbria. Nel circolo sono presenti attualmente più di 1000 alunni, 120 insegnanti e 30 unità di personale ATA con un andamento degli alunni in crescita progressiva.
 
L’asse fondante del nostro lavoro è stato avviare un percorso di ricostruzione della “Comunità educante” come risposta ad una “emergenza educativa” che caratterizza la nostra epoca, per riscoprire che possiamo trovare “nell’educazione un tesoro” (J. Delors) al fine di sviluppare competenze emozionali e relazionali che sono, secondo noi, il vero strumento per prevenire comportamenti violenti e accompagnare i nostri ragazzi a divenire cittadini europei attivi e responsabili. Riteniamo che il nostro lavoro sia fortemente rispondente al terzo asse dell’ET 2020 proposto dal Consiglio europeo.
In riferimento al Manifesto delle Avanguardie Educative di Indire troviamo
particolare riferimento sugli assi:
• Trasformare il modello trasmissivo della scuola.
• Creare nuovi spazi per l’apprendimento.
• Promuovere l’innovazione perché sia sostenibile e trasferibile.
Sfruttare le opportunità offerte dalle ICT e dai linguaggi digitali per supportare nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare.

L’idea di scuola che abbiamo elaborato viene da un percorso di innovazione
sviluppatosi per vari anni, che ha visto coinvolta l’intera comunità scolastica ed ha
attivato innumerevoli interazioni col territorio.I principali assi di sviluppo sono stati i
seguenti:

  • Costruzione di uno Staff di Direzione con il quale il Dirigente condivide
    strategie, azioni e decisioni (leadershare).
  • Sviluppo continuo di un piano di formazione orientato all’innovazione ed al
    miglioramento.
  • Studio delle Ricerche INDIRE e confronto continuo mediante visite a scuole
    innovative nazionali e internazionali.
  • “Bambini protagonisti e fautori del loro processo di apprendimento” e di
    trasformazione degli spazi per apprendere.
  •  Menti aperte al cambiamento per sapersi rinnovare.
  •  Lavorare per attuare #microemacromiglioramenti.
  •  Collaborazione costruttiva con Sindaci ed Amministrazioni Comunali.
  • Trovare ed integrare fondi extradotazionali.
  • “presidiare i cantieri” = partecipazione attiva del personale docente, Ata e dirigenziale alla trasformazione degli ambienti didattici in relazione alle esigenze educative-didattiche dell’utenza.
  • Coinvolgimento delle famiglie nell’opera di rinnovo degli spazi di apprendimento e di innovazione della didattica.
  • Sfruttare il 20% di curricolo dell’autonomia e la didattica modulare (tempo scuola flessibile).
  • Superare i vincoli degli spazi fisici.
  • Passare da edilizia scolastica ad architetture per l’apprendimento progettando ogni spazio per la didattica là dove ancora non è stato fatto.
  •  Integrare le tecnologie negli ambienti (aule aumentate).
  • Aprire e non chiudere (porte , pareti) per favorire il rispetto dell’altro, per rendere la didattica più fluente e per rispettare i vincoli di affollamento (D.M.26 agosto 1992). Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica.
  • Living rooms: sfruttare la risorsa atri/corridoi utilizzati pochissimo => più facili da rispettare i vincoli di affollamento del DM 18/12/1975.
  • Realizzare spazi polivalenti e polifunzionali eliminando gli spazi dedicati (la mensa non è più mensa, l’aula non è più aula).

Per sviluppare il lavoro abbiamo messo a confronto la nostra esperienza con quelle dei Partners di vari progetti (anche internazionali) avendo come sfondo le recenti analisi sociologiche, psicologiche, pedagogiche e didattiche della ricerca internazionale.  Al nostro lavoro hanno partecipato due scuole australiane, con cui collaboriamo da anni che abbiamo invitato a supportarci in questo progetto per l’interessante esperienza che in tale parte del pianeta si sviluppa in questo tempo. La collaborazione si è poi estesa a tante scuole d’Italia e del mondo.

Confrontarsi e ispirarsi alle esperienze altrui per restituire le proprie, è forse la via
più facile per innovare e crescere insieme come sistema scuola. Importanti fonti di ispirazione sono state per noi Maria Montessori, che nella nostra Città ha scritto il Metodo cent’anni fa, la ricerca fatta sugli spazi per l’apprendimento in collaborazione con Indire, le esperienze di Reggio Children e delle Scuole Senza Zaino.

La nostra esperienza racconta di come, ottimizzando le risorse ordinariamente disponibili, è possibile fare un passaggio dalla tradizionale edilizia scolastica a quelle che amiamo definire "Architetture per l'Apprendimento". Non si tratta di una mera differenza terminologica, ma di un'innovazione di sostanza. Anziché lasciare il lavoro di progettazione della scuola ai tecnici e accontentarci, solo in seguito, di adeguarci agli ambienti di un edificio ormai costruito o ristrutturato da altri, noi futuri fruitori degli spazi educativi (docenti, dirigenti, studenti, famiglie),cooperiamo attivamente all'ideazione degli stessi, proponendo idee e soluzioni in grado di ospitare la vera scuola innovativa.

L'impostazione pedagogica che ci ha guidati nel progettare questa nuova scuola è centrata su autonomia e responsabilità degli alunni, apprendimento cooperativo, imparare facendo e cittadinanza attiva e responsabile. Sono state rese disponibili per gli insegnanti e soprattutto per gli studenti, una serie di opportunità continuative per l’apprendimento esperienziale. Emblematico in questo senso sono “ le buche”, degli spazi personali dove gli studenti tengono ordinati i propri materiali non avendo più un banco sotto il quale collocarli. I tavoli cooperativi hanno, infatti, sostituito i banchi nelle classi e negli atrii divenuti piazze.

Lavorare sulle architetture per l’apprendimento consente anche di innovare il modello organizzativo. Questo approccio infatti consente il pieno sfruttamento del Dpr 275/1999, sia per la flessibilità del tempo scuola, sia per la didattica modulare realizzabile utilizzando il 20% del curricolo flessibile, sia l’opportunità di lavorare per gruppi e non per classi sfruttando l’organico potenziato della legge 107/2015.
In altre parole, l’andare oltre l’aula porta a realizzare nuovi edifici dove “ lo spazio insegna e costruisce comunità di pratica”, lo studente ritorna al centro dei processi e cresce la comunità dei docenti.
Lavorando sulle architetture, quindi, si lavora per la centralità e il benessere dello
studente, per condividere visioni e pratiche didattiche ed educative, per stimolare
educazione fra pari ed apprendimento cooperativo e, infine, per fare educazione
civica operativa. Interessante è poi risultato l’approccio all’apprendimento esperienziale orientato all’educazione civica, centrato sull’assegnazione agli alunni di autonomie e responsabilità.
La Nostra ricerca ci ha portato a definire un codice di pace che discende dalla
definizione del quadro valoriale di riferimento che delimita anche l’appartenenza o
meno ad una comunità in un mondo che sta cambiando rapidamente.

👉Peace Code

Il nostro "Paesaggio Didattico"